Quando ero piccola, o almeno finché non sono stata grande abbastanza da decidere autonomamente come, dove e con chi trascorrere le mie vacanze estive, c'era una regola nella mia famiglia alla quale era impossibile sfuggire: luglio e agosto si trascorrevano coi nonni. Punto. E la destinazione era sempre la stessa: un minuscolo paesino della provincia di Perugia adagiato sulla sommità di un colle al centro di un'immensa e desertica pianura.
Benvenuti a Castelluccio di Norcia! |
Un piccolo nucleo di case letteralmente appiccicate l'una sull'altra, molte delle quali diroccate o comunque abitate solo in estate, in cui il tempo sembrava essersi fermato al Medioevo e la cui popolazione, composta all'epoca da circa venti abitanti, parlava uno strano dialetto infarcito di termini per me incomprensibili che soltanto crescendo avrei imparato a decifrare.
Veduta dai pressi dell'Agriturismo Monte Veletta; sullo sfondo, la Cima del Redentore |
Così appariva, ai miei occhi di bambina, Castelluccio di Norcia: come un noiosissimo, deprimentissimo, vecchissimo paese circondato dal nulla, dove non c'erano negozi di giocattoli né supermercati (no! Per la spesa bisognava prendere la macchina ed arrivare fino a Norcia!), ma soltanto un camioncino che vendeva prodotti locali, un bar sgangherato ed un paio di ristoranti sempre vuoti, e dove non si poteva fare null'altro che non fosse camminare, ammirare il paesaggio, ancora camminare e ancora ammirare il paesaggio.
Niente mare, niente spiaggia, niente castelli di sabbia né partite a racchettoni: solo montagna. Praticamente un incubo a occhi aperti, soprattutto per una come me che la odiava, la montagna, e che avrebbe preferito di gran lunga rimanersene a Roma da sola piuttosto che trascorrere quelli che sarebbero dovuti essere i due mesi più rilassanti dell'anno in un posto così desolato e anonimo.
Niente mare, niente spiaggia, niente castelli di sabbia né partite a racchettoni: solo montagna. Praticamente un incubo a occhi aperti, soprattutto per una come me che la odiava, la montagna, e che avrebbe preferito di gran lunga rimanersene a Roma da sola piuttosto che trascorrere quelli che sarebbero dovuti essere i due mesi più rilassanti dell'anno in un posto così desolato e anonimo.
Il paese visto dal sentiero per la Val di Canatra |
Ripensando oggi a quel periodo, fatto di pomeriggi passati a costruire case sugli alberi e di serate trascorse nel bar del paese a giocare a briscola con il nonno ed i suoi amici, posso affermare con certezza di aver trascorso a Castelluccio alcune delle più belle ed indimenticabili vacanze della mia vita.
Castelluccio visto dalla cima del Monte Veletta |
Come vi ho già detto, però, all'epoca non la pensavo così, anzi: il ritrovarmi catapultata dalla città in una località praticamente deserta anche in alta stagione, in cui il massimo del divertimento era fare su e giù per le sgangherate viuzze del paese alla ricerca di schede telefoniche dimenticate dai turisti nelle cabine (ebbene sì, quando ero piccola esisteva ancora chi chiamava dalle cabine!), era per me peggio di una tortura. L'unico pensiero che mi riconsolava era sapere che prima o poi sarebbe tutto finito, che i miei genitori mi sarebbero venuti a riprendere e che fino all'anno successivo non avrei rivisto più quegli antipatici di bambini con cui, un po' per noia un po' per fare contenti i nonni, avevo dovuto fingere di socializzare.
Scorcio tipico di Castelluccio |
Ma la vita, si sa, è strana, e può capitare che un luogo per lungo tempo snobbato, o comunque reputato poco attraente, acquisti tutto ad un tratto un fascino particolare, che venga voglia di approfondirne la storia, di conoscere le usanze dei suoi abitanti, che ci si cominci a domandare dove e a cosa portino tutte quelle stradine bianche che partono dalla piazza principale del paese e di cui non si vede la fine.
Così è cominciata la mia avventura alla (ri)scoperta di Castelluccio di Norcia, e quello che sono venuta a sapere mi ha incuriosita e meravigliata così tanto che ho deciso di condividere con voi una piccola lista di motivi per cui, secondo me, almeno una volta nella vita bisognerebbe fare un salto da queste parti.
Sentiero lungo il Pian Grande |
1. Per ripercorrere le orme di uomini preistorici,
antichi romani e cavalieri erranti
Come gran parte delle località racchiuse nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, e basta avventurarsi nel fitto dedalo di vicoli e scalette ripidissime che ne caratterizza la parte alta per rendersene conto, anche Castelluccio affonda le sue origini nel lontano Medioevo: le prime notizie scritte riguardo il paese risalgono infatti agli inizi del XIII secolo, quando al posto dell'attuale abitato sorgeva un piccolo insediamento denominato Castello de' Senari (dal longobardo senaita, ovvero limite, confine), costruito a guardia dei confini comunali e dei pascoli di Norcia e più tardi ribattezzato Castel di Monte Precino. Il ritrovamento di frammenti ceramici e di alcune monete di età romana all'interno e nei pressi del centro storico, tuttavia, ha dimostrato come la zona fosse in realtà già stata colonizzata diversi secoli prima di questa data, e come il vasto altopiano situato ai piedi del borgo fosse frequentato addirittura durante l'Età del Bronzo!
Vicolo di Castelluccio |
Scorci della chiesetta di Santa Maria Assunta |
2. Perché se amate la montagna, qui troverete il vostro piccolo angolo di paradiso (anche se per quanto riguarda la segnaletica dei sentieri c'è, purtroppo, ancora molto da fare)
Circondato da ben tre altipiani (Pian Grande, Pian Piccolo e Pian Perduto) e spalleggiato dalla possente Cima del Redentore (2.448 m), rilievo tra i più alti di tutta la catena dei Sibillini, Castelluccio è il punto di partenza di tantissimi sentieri escursionistici, percorribili a piedi, in bicicletta o, perché no, a cavallo (per i più temerari c'è anche l'opzione deltaplano). Fra i più interessanti dal punto di vista paesaggistico, voglio però consigliarvene due, entrambi abbastanza semplici e per questo motivo molto frequentati, con partenza dal vicino valico di Forca di Presta:
- quello per il Lago di Pilato, minuscolo specchio d'acqua d'origine glaciale incastonato sotto la cima del Monte Vettore ad un'altitudine di 1.941 metri (della cui storia vi parlerò tra pochissimo);
- quello che dal Rifugio Giovanni Giacomini conduce, in circa un'ora di cammino, ad una baita-rifugio con annesso belvedere da cui godere di una suggestiva vista sui Monti della Laga e sulla sottostante Arquata del Tronto. Quest'ultimo brevissimo itinerario, meglio noto come Sentiero per tutti di Forca di Presta, rientra in realtà in un tracciato più ampio, il cosiddetto Anello dei Sibillini, percorso escursionistico dalla lunghezza complessiva di ben 124 km che, abbracciando l'intera catena montuosa e toccando i molteplici paesini disseminati alle sue pendici, rappresenta senza dubbio il modo migliore per immergersi a tutto tondo nella storia, nella natura e nella cultura di un un'area protetta inspiegabilmente poco conosciuta e (molto) sottovalutata.
- quello per il Lago di Pilato, minuscolo specchio d'acqua d'origine glaciale incastonato sotto la cima del Monte Vettore ad un'altitudine di 1.941 metri (della cui storia vi parlerò tra pochissimo);
- quello che dal Rifugio Giovanni Giacomini conduce, in circa un'ora di cammino, ad una baita-rifugio con annesso belvedere da cui godere di una suggestiva vista sui Monti della Laga e sulla sottostante Arquata del Tronto. Quest'ultimo brevissimo itinerario, meglio noto come Sentiero per tutti di Forca di Presta, rientra in realtà in un tracciato più ampio, il cosiddetto Anello dei Sibillini, percorso escursionistico dalla lunghezza complessiva di ben 124 km che, abbracciando l'intera catena montuosa e toccando i molteplici paesini disseminati alle sue pendici, rappresenta senza dubbio il modo migliore per immergersi a tutto tondo nella storia, nella natura e nella cultura di un un'area protetta inspiegabilmente poco conosciuta e (molto) sottovalutata.
Il Sentiero per tutti di Forca di Presta |
Se i sentieri sopracitati possono essere annoverati tra i meglio segnalati (ma sarebbe più corretto dire tra i pochissimi segnalati) del versante umbro dei Sibillini, discorso a parte meritano altre brevi passeggiate con partenza dalla piazza principale di Castelluccio, percorsi non indicati da cartelli o frecce ma dallo svolgimento talmente lineare ed intuitivo da consentire anche ai meno esperti di montagna di raggiungere luoghi poco frequentati e dal fascino incontaminato come la silenziosa e solitaria Val di Canatra, famosa per l'antichissima faggeta che ne ricopre i versanti, l'inquietante "inghiottitoio", dove leggenda vuole sia finita tutta l'acqua che un tempo ricopriva il Pian Grande, e la piccola edicola intitolata alla Madonna situata ai piedi della pineta a forma di Italia piantata nel lontano 1961 sul costone di uno dei monti prospicienti il paese.
Dall'alto in senso orario: due scorci della Val di Canatra, Castelluccio visto dai pressi dell'inghiottitoio, la piccola edicola mariana posta ai piedi del paese |
3. Per ammirare lo spettacolo della fioritura
Oltre che per assaggiare la sua prelibatissima lenticchia, prodotto IGP conosciuto ed esportato in tutto il mondo, chi arriva a Castelluccio per la prima volta lo fa, di solito, per assistere di persona alla fioritura.
Cos'è la fioritura? Uno spettacolo naturale unico nel suo genere, un'esplosione di colori e di profumi che ogni anno, con modalità e tempi differenti, trasforma i Piani di Castelluccio in un gigantesco mosaico floreale fatto di papaveri, genzianelle, ranuncoli, tulipani e fiordalisi, attirando turisti e curiosi da ogni parte d'Italia.
Quando inizia la fioritura e quando raggiunge il suo picco? Anche se il periodo migliore per assistere alla fioritura dovrebbe essere (e fra poco capirete perché parlo al condizionale) quello compreso tra fine maggio e metà luglio, in realtà non c'è una data d'inizio, o di fine, precisa per poter assistere a questo tripudio floreale, in quanto la presenza di un fiore piuttosto che di un altro dipende esclusivamente dall'andamento climatico e dalle precipitazioni dei mesi precedenti. L'unico modo per seguirne i mutamenti, e decidere di conseguenza quando mettersi in viaggio, è quello di tenere sott'occhio il sito ufficiale di Castelluccio, anche se, vi ripeto, trattandosi di un evento naturale in continua evoluzione, è abbastanza difficile stabilirne in anticipo il momento di massima bellezza.
Fiori di lenticchie sul Pian Grande |
4. Per conoscere mirabolanti storie di incantesimi e magie
Terra di fate, demoni e spiriti maligni, i Sibillini hanno stuzzicato, fin dal Medioevo, la fantasia e la penna di numerosi scrittori, attratti dal carattere selvaggio e roccioso di questi monti e dalle inquietanti storie riportate sul loro conto dai temerari viaggiatori che per primi avevano osato avventurarvisi.
Tra le leggende più famose giunte fino a noi, posto d'onore merita senz'altro quella della Sibilla, affascinante profetessa dalle doti divinatorie condannata da Dio a vivere nel cuore della montagna che oggi porta il suo nome. Pericolosa seduttrice per alcuni e semplice maga in grado di predire il futuro per altri, la figura della Sibilla ha ispirato nel corso dei secoli diverse opere letterarie, prime fra tutte il Guerrin Meschino di Andrea da Barberino (1410), romanzo cavalleresco ambientato per gran parte proprio all'interno della grotta fatata, e Il paradiso della Regina Sibilla di Antoine de La Sale (1420), resoconto superdettagliato della visita effettuata dallo stesso poeta provenzale all'antro della maga, arricchito da aneddoti, racconti e testimonianze raccolti presso la popolazione del vicino comune marchigiano di Montemonaco.
Tra le leggende più famose giunte fino a noi, posto d'onore merita senz'altro quella della Sibilla, affascinante profetessa dalle doti divinatorie condannata da Dio a vivere nel cuore della montagna che oggi porta il suo nome. Pericolosa seduttrice per alcuni e semplice maga in grado di predire il futuro per altri, la figura della Sibilla ha ispirato nel corso dei secoli diverse opere letterarie, prime fra tutte il Guerrin Meschino di Andrea da Barberino (1410), romanzo cavalleresco ambientato per gran parte proprio all'interno della grotta fatata, e Il paradiso della Regina Sibilla di Antoine de La Sale (1420), resoconto superdettagliato della visita effettuata dallo stesso poeta provenzale all'antro della maga, arricchito da aneddoti, racconti e testimonianze raccolti presso la popolazione del vicino comune marchigiano di Montemonaco.
Ma questa grotta della Sibilla, esiste davvero o è solo un'invenzione? Abitata fin dalla preistoria, la grotta esiste eccome, e anche se a causa di sprovvedute spedizioni archeo-speleologiche (che ne hanno negli anni provocato il crollo) è oggi ridotta ad un buco inaccessibile, rimane comunque una meta imperdibile per chiunque voglia aggiungere alla propria vacanza in montagna quel pizzico di mistero e di magia in più (per una descrizione dettagliata dell'itinerario, visitate questo link).
Il Monte Sibilla in un disegno di Antoine de La Sale (© www.vonfaustus.blogspot.it) |
Oggetto di leggende non meno fantasiose di quelle della Sibilla è pure il Lago di Pilato, suggestivo laghetto dalla caratteristica forma ad occhiali (che assume però soltanto durante i mesi estivi) conosciuto forse più per i macabri racconti circolanti sul suo conto che non per lo splendido paesaggio lunare che lo circonda.
Formatosi, secondo la tradizione, nel momento in cui Ponzio Pilato si lavò le mani, pare infatti che questo microscopico specchio d'acqua debba il suo nome proprio al prefetto romano colpevole della crocefissione di Gesù, il cui corpo, chiuso in un sacco e caricato su di un carro trainato da due bufali lasciati liberi di scorrazzare senza mèta, precipitò dalla vicina Cima del Redentore dritto nelle gelide acque lacustri.
Un po' per il fatto di custodire questo segreto, un po' per la convinzione che i suoi fondali si aprissero direttamente all'Inferno, il lago di Pilato ha quindi attratto fin da tempi remoti un grandissimo numero di maghi, stregoni e cavalieri, giunti sulle sue rive chi per consacrare i propri libri al demonio, chi per compiere raccapriccianti riti esoterici, o chi più semplicemente per chiedere a Satana di donargli l'invincibilità.
Che le sponde di questo piccolo bacino fossero considerate lo scenario ideale per sacrifici ed esorcismi, sembra d'altronde confermato da alcuni documenti risalenti al XV secolo, in cui si accenna addirittura a dei muri innalzati dagli abitanti di Norcia per scoraggiare alchimisti e altri loschi figuri ad avvicinarsi troppo al lago e svolgere i propri riti!
Formatosi, secondo la tradizione, nel momento in cui Ponzio Pilato si lavò le mani, pare infatti che questo microscopico specchio d'acqua debba il suo nome proprio al prefetto romano colpevole della crocefissione di Gesù, il cui corpo, chiuso in un sacco e caricato su di un carro trainato da due bufali lasciati liberi di scorrazzare senza mèta, precipitò dalla vicina Cima del Redentore dritto nelle gelide acque lacustri.
Un po' per il fatto di custodire questo segreto, un po' per la convinzione che i suoi fondali si aprissero direttamente all'Inferno, il lago di Pilato ha quindi attratto fin da tempi remoti un grandissimo numero di maghi, stregoni e cavalieri, giunti sulle sue rive chi per consacrare i propri libri al demonio, chi per compiere raccapriccianti riti esoterici, o chi più semplicemente per chiedere a Satana di donargli l'invincibilità.
Che le sponde di questo piccolo bacino fossero considerate lo scenario ideale per sacrifici ed esorcismi, sembra d'altronde confermato da alcuni documenti risalenti al XV secolo, in cui si accenna addirittura a dei muri innalzati dagli abitanti di Norcia per scoraggiare alchimisti e altri loschi figuri ad avvicinarsi troppo al lago e svolgere i propri riti!
Veduta dall'alto del lago di Pilato (© www.castellucciodinorcia.it) |
5. Per assaggiare il panino più buono dell'universo
Immaginate di avere davanti a voi due belle fette di pane casereccio appena sfornato, infilarci in mezzo una salsiccia piccantina cotta alla griglia, cospargere il tutto con maionese/ketchup/senape a vostro piacimento e gustarvi il risultato finale comodamente seduti su una panchina con vista sulle montagne. Fatto? Benissimo. Ora dirigetevi al chioschetto ambulante posizionato nella piazza centrale del paese (vi ricordate il camioncino di cui vi parlavo all'inizio del post? Ecco, è lui!) e ordinate un bel panino allo scarafischio: vi assicuro che, al confronto, persino la buonissima lenticchia di Castelluccio perderà ai vostri occhi ogni attrattiva!
6. Perché se anche Flickr lo ha inserito nella classifica delle 25 foto migliori del 2015, un motivo ci sarà!
Lo scorso 1 dicembre è stata resa nota da Flickr la Top 25 degli scatti più belli caricati dagli utenti iscritti al sito nel 2015. La classifica è stata compilata servendosi di un algoritmo basato su vari fattori, primi fra tutti il numero di visualizzazioni, di condivisioni, di commenti ricevuti da ogni singola foto, ed ha visto aggiudicarsi il quarto posto indovinate un po' chi? Proprio Castelluccio di Norcia, immortalato dal bravissimo Daniele Romagnoli (unico italiano tra i vincitori) in una delle sue vesti più suggestive, ovvero immerso nella consueta nebbia mattutina.
"Borgo incantato" (© Daniele Romagnoli) |
INFORMAZIONI PRATICHE:
Castelluccio di Norcia sorge nel cuore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, ad un'altitudine di 1.452 metri s.l.m. e ad appena 30 km di distanza da Norcia.
Per chi viene da Roma, esistono due modi per raggiungerlo: percorrere la S.S. Salaria fino ad Arquata del Tronto e, una volta qui, seguire le indicazioni per Pretare e quindi per Forca di Presta, o percorrere l'A1 fino al casello di Orte e, imboccata la superstrada per Terni, uscire allo svincolo per Norcia-Cascia.
Per maggiori informazioni su attività turistico-ricettive, escursioni o altri eventi in programma per l'estate 2016, chiamate il numero 338/6267022 oppure scrivete a prolococastelluccio@libero.it.
Per chi viene da Roma, esistono due modi per raggiungerlo: percorrere la S.S. Salaria fino ad Arquata del Tronto e, una volta qui, seguire le indicazioni per Pretare e quindi per Forca di Presta, o percorrere l'A1 fino al casello di Orte e, imboccata la superstrada per Terni, uscire allo svincolo per Norcia-Cascia.
Per maggiori informazioni su attività turistico-ricettive, escursioni o altri eventi in programma per l'estate 2016, chiamate il numero 338/6267022 oppure scrivete a prolococastelluccio@libero.it.
Bellissimo articolo: ho riso come una pazza all'inizio del tuo post! Mia madre calabrese, quindi ogni estate scendevo in Calabria in questo paesino fuori dal mondo ma che almeno c'era il mare!
RispondiEliminaForse credo sia normale: da piccoli si vede sempre tutto con altri occhi ma comunque deve essere davvero un bel posto!
Katia
Sono contenta che le mie "disavventure" infantili ti abbiano fatta sorridere: ripensandoci ora, a tutti quei pianti isterici e quei musi lunghi pre-partenza, viene da ridere anche a me! ;-)
EliminaE comunque sì, Castelluccio è davvero un bel paesino, una visita approfondita la merita sicuramente!
Buon fine settimana ;-)
Bellissima descrizione veramente ! Complimenti. E' la versione appenninica di ciò che cerco sulle Dolomiti! :)
RispondiElimina... e pensare che per anni l'ho detestato, non mi sentivo per niente a mio agio nelle vesti di escursionista ;-) Se capiti dalle parti dell'Umbria devi assolutamente visitarlo, ti sorprenderà!
EliminaCi puoi scommettere!! e grazie per avermelo fatto scoprire. Intanto la settimana prox sono nuovamente a Roma ma ho poco tempo per fare una variante umbra!
EliminaIn effetti da Roma è abbastanza lontanuccio... però appena trovi il tempo e l'occasione per andarci, approfittane! Ovviamente poi voglio sapere cosa ne pensi! Buon fine settimana ;-)
EliminaSarà fatto appena possibile! Ciao e buon fine settimana a te
EliminaFra qualche settimana forse mi avventurerò proprio da queste parti per un'escursione e non vedo l'ora. Mi segno i sentieri che hai indicato.
RispondiEliminaMolto interessante questo tuo articolo. Chi l'avrebbe mai immaginato che un lago così piccolo e pittoresco nascondesse questa terribile storia?
Che bello, andrai proprio a Castelluccio? Anch'io conto di farci una capatina intorno alla metà d'agosto, e mi sono già messa alla ricerca di nuovi sentieri da esplorare ;-) Se hai bisogno di consigli su cose da fare/vedere/mangiare, chiedi pure, mi fa piacere aiutarti! ;-)
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