domenica 14 novembre 2021

DA SAN VITO DI CADORE ALL'ALPE DI SÈNES, UNA RILASSANTE PASSEGGIATA IN VALLE DEL BOITE

Incastonata alle falde del maestoso Monte Pelmo, l'Alpe di Sènes è una piccola oasi di pace e di serenità situata pochi metri più in alto rispetto all'abitato di San Vito di Cadore, da cui è raggiungibile sia in macchina che a piedi percorrendo la comoda via degli Alpini. Durante la mia recente vacanza sulle Dolomiti sono salita diverse volte quassù, stupita dalla sua scarsa frequentazione (escluso qualche scoiattolo e un paio di operai addetti all'asfaltatura della strada, infatti, non ho mai incrociato nessuno), ma al tempo stesso felice di poter esplorare un posto del genere in totale solitudine.
Se c'è una cosa che ho imparato negli anni, però, è che la bellezza non va tenuta per sé: va condivisa. Ecco dunque un facile itinerario ad anello che, dal centro del paese, conduce dritto in cima al verdeggiante Col de la Pàusa, dove sorgono i rifugi Larìn e Senes, regalando strabilianti vedute sull'Antelao, sulle Marmarole e sull'intera Valle del Boite. Zaino in spalla e via, si parte! 🎒

Benvenuti all'Alpe di Sènes!

Punto di partenza del percorso è il caratteristico Ponte di Sèrdes, uno dei tre ponti che consentono di attraversare le sponde dell'impetuoso torrente Boite. Arrivare qui non è difficile: basta lasciare l'auto in uno dei tanti parcheggi a pagamento dislocati ai lati dell'elegante Corso Italia e, dando le spalle alla parrocchiale intitolata ai SS. Vito, Modesto e Crescenzia, incamminarsi in direzione del bivio per la frazione di Sèrdes, all'imbocco del quale un tabellone informativo in legno ci illustra distanza e altitudine del nostro obbiettivo odierno.

Indicazioni all'inizio del percorso

Immersi in paesaggi da cartolina, con i profili di Croda Marcora e Punta Sorapìss a stagliarsi grandiosi all'orizzonte, oltrepassiamo rapidamente il fiume, giungendo in breve all'inizio di una stradina asfaltata in lieve salita numerata col segnavia 458.

Attraversando il Ponte di Sèrdes (948 metri s.l.m.)

Affrontata con facilità una prima manciata di tornanti (la pendenza della strada è davvero minima ma, qualora voleste aggiungere un pizzico di fatica in più al giro, alcune ripide scorciatoie offrono l'opportunità di tagliare per il bosco), superiamo quindi il bivio con il cosiddetto "Sentiero delle Orchidee", piacevolissimo tracciato forestale lungo il quale ammirare specie floreali di estrema rarità, guadagnando in appena mezz'ora circa la metà del dislivello positivo previsto.

Tornante dopo tornante, comincia la nostra salita al Col de la Pàusa

Man mano che procediamo, ad avvolgerci è una vegetazione sempre più fitta, e se si aguzzano bene le orecchie, complice un silenzio quasi surreale, non è insolito udire merli che canticchiano o agili picchi intenti a svolazzare da un albero all'altro.

Man mano che procediamo, ad avvolgerci è un bosco sempre più fitto

Ancora qualche curva ed ecco spuntare, adagiato ai margini di un verdissimo prato e con una visuale mozzafiato sulla parete ovest dell'Antelao e sui sottostanti villaggi di Sèrdes e Resinego, il caratteristico Rifugio Larìn, riaperto nel 2019 dopo un lungo periodo di inattività, ma chiuso nuovamente causa Covid (anche se il Comune di San Vito ha di recente indetto un bando per l'affidamento in gestione della struttura, quindi incrociamo le dita!).

Arrivo al Rifugio Larìn (1.213 metri s.l.m.)

Mancano ormai poche centinaia di metri alla meta e a confermarcelo è un cartello posizionato in prossimità dell'edificio, tappa obbligata - come suggeriscono un paio di frecce del CAI - anche per gli escursionisti intenzionati a raggiungere gli storici rifugi Palmieri e Città di Fiume (trattandosi, tuttavia, di vere e proprie traversate ad alta quota, richiedenti ore e ore di salita su terreni spesso impervi e/o esposti, prima di intraprenderle consiglio di valutare molto bene distanze e tempistiche, oltre che di munirsi di una buona cartina della zona). 

In marcia lungo il sentiero 458

Giunti finalmente a destinazione e adocchiata una panca in legno un po' più defilata rispetto al Rifugio Senes (frequentatissimo sia in estate che in inverno!), rimaniamo per diversi minuti così, incantati dall'inaspettata bellezza del luogo - d'altra parte ci troviamo in un'area dolomitica classificata come "Sito di Importanza Comunitaria" - e cullati soltanto dal fruscìo del vento tra le fronde di un grosso sorbo montano.

Pausa pranzo al Rifugio Senes (1.214 metri s.l.m.)

Individuate una ad una la sfilza di cime che troneggiano di fronte a noi, talmente perfette e nitide da sembrare quasi scolpite, ci rimettiamo a questo punto in marcia, percorrendo a ritroso il vialetto che ci aveva condotti al rifugio fino ad incrociare il sentiero 436, che dopo un iniziale tratto ombreggiato esce allo scoperto offrendo dei bei colpi d'occhio sul Pelmo e sui fitti lariceti che ne ammantano le pendici.

Sua Maestà il Pelmo visto dal retro dell'edificio

Visto che è ancora presto e il meteo lo permette, arrivati all'altezza di un piccolo capitello votivo, alle spalle del quale si diparte la mulattiera per il Monte Sentinella e per il poco distante Taulà de la Frates (un antico ricovero di cacciatori, contadini e pastori situato a quota 1.715 metri), decidiamo di effettuare una veloce deviazione ed avventurarci all'interno della lussureggiante torbiera di Sènes, uno dei tanti biotopi presenti in territorio cadorino.

Capitello votivo lungo la via del ritorno

A raccontarci qualcosa in più su questo interessante ecosistema, caratterizzato da un intercalare di prati e zone umide la cui unicità consiste nell'ospitare decine di specie animali e vegetali (alcune addirittura in via d'estinzione come l'Elleborina palustre, un particolare tipo di orchidea spontanea abituato a vivere in ambienti acquitrinosi), sono una serie di pannelli realizzati dalla Comunità Montana della Valle del Boite, disseminati qua e là tra una pozza d'acqua sorgiva e un esemplare di ontano bianco.

Pannello informativo posto all'ingresso della torbiera di Sènes

Visitata con calma la torbiera, popolata da anfibi, libellule e svariate specie di alghe, ritorniamo pertanto sui nostri passi e, lasciandoci guidare dalle indicazioni per San Vito, diamo inizio alla discesa verso il paese, che avvistiamo da lontano dopo appena tre quarti d'ora di cammino (un po' meno se si opta per la "direttissima" nel bosco, decisamente più corta, ripida e scivolosa rispetto alla strada riservata alle macchine: io ho percorso entrambe e in tutta onestà ho preferito la seconda).

Scorcio di San Vito di Cadore e della sua splendida parrocchiale

Giunti in località Ponte del Moro e attraversate per la seconda volta le tumultuose acque del fiume Boite, abbiamo di nuovo due possibilità: proseguire in direzione del campo sportivo comunale e ricongiungerci alla statale dopo un brevissimo tratto in salita, o fare un ultimo sforzo e chiudere l'anello costeggiando le placide sponde del Lago di Mosigo, fiore all'occhiello del turismo estivo sanvitese recentemente scelto come set della fiction RAI "Un passo dal cielo 6" (voi la seguite?).

Segnaletica in località Ponte del Moro (984 metri s.l.m.)

Cosa fare di bello una volta raggiunto questo incantevole specchio d'acqua?
La risposta più ovvia sarebbe accomodarsi su una panchina - o ad uno dei tavolini del pittoresco Chalet al Lago - e ammirare il paesaggio circostante, ma se come me fermi non sapete proprio stare, un sentiero pedonale offre l'opportunità di compiere il giro del lago (ci vogliono al massimo 10-15 minuti), mentre per i bambini sono presenti un'area attrezzata con giochi in legno, una piccola funicolare e un campo da minigolf immerso tra gli alberi. 

Arrivo al Lago di Mosigo

Immortalato un elegante esemplare di airone cinerino, che in equilibrio su una sola zampa si guarda intorno incuriosito, non rimane che imboccare via Sentinella per raggiungere dopo circa 3 ore il punto di partenza dell'escursione.

Un elegante esemplare di airone cinerino ci osserva incuriosito

INFORMAZIONI TECNICHE:

Punto di partenza/arrivo: San Vito di Cadore (1.011 metri s.l.m.).
Tappe intermedie: Rifugio Larìn (temporaneamente chiuso); Rifugio Senes (aperto tutto l'anno dalle 8.00 alle 24.00, escluso il giovedì in bassa stagione).
Segnavia: 458 dal ponte di Sèrdes all'Alpe di Sènes, 436 per il rientro a San Vito.
Tempi di percorrenza: 1 ora e 30 all'andata, 1 ora al ritorno.
Lunghezza complessiva: circa 12 km (inclusa una breve visita alla torbiera). 
Dislivello approssimativo: 510 metri (266 in salita e 244 in discesa).
Difficoltà: giro molto semplice, fattibile sia in estate che in inverno, indicato anche per persone poco allenate o famiglie con bambini in passeggino.
Escursione effettuata nel mese di: settembre 2021.

Mappa del percorso da San Vito al Rifugio Senes

3 commenti:

  1. Bello, adesso però mi godo le vacanze all'hotel carinzia autria www.warmbaderhof.com

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    1. Molto bella la Carinzia, ti auguro un buon soggiorno! :-)

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  2. Io invece mi godo l'hotel plan de corones https://www.bonfanti-hotel.com/

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