lunedì 1 gennaio 2018

ESCURSIONE AL RIFUGIO BOLZANO, IL CASTELLO FRA LE NUVOLE

"Non ci sono regole d'architettura per un castello fra le nuvole!"
(Gilbert Keith Chesterton)

Tra la miriade di escursioni fattibili nel comprensorio turistico dell'Alpe di Siusi, quella al Rifugio Bolzano - o Schlernhaus, come lo chiamano i tedeschi - è senza dubbio una delle più soddisfacenti sia dal punto di vista fisico, a patto ovviamente che si ami scarpinare in montagna, sia dal punto di vista paesaggistico, considerato il panorama straordinario di cui è possibile godere una volta giunti a destinazione.
Situato sulla sommità dello Sciliar, massiccio montuoso simbolo dell'Alto Adige, il rifugio sorge infatti nel cuore dello strepitoso Parco Naturale Sciliar-Catinaccio, ad un'altitudine di 2.457 metri e all'esatto crocevia tra alcuni dei più bei sentieri delle Dolomiti occidentali. Come fare per arrivare fin quassù? Ve lo spiego io! 😊

Benvenuti al Rifugio Bolzano (2.457 m s.l.m.)!

Soprannominato "il castello fra le nuvole" per via della sua invidiabile posizione al cospetto delle imponenti cime di Latemar, Catinaccio, Sassopiatto, Sassolungo, Puez e Odle, esistono diversi modi per raggiungere il Rifugio Bolzano, alcuni più brevi e alla portata di tutti, altri decisamente più lunghi e consigliati pertanto solo ad escursionisti esperti. Qualunque percorso scegliate di intraprendere, mettete comunque in conto almeno 3/4 ore di cammino, perché se è vero che a vederlo dal basso lo Sciliar potrebbe apparire come una montagna non troppo impegnativa da affrontare, è altrettanto vero che per conquistarne la cima bisogna superare in realtà parecchie centinaia di metri di dislivello, risalendo versanti in forte pendenza e sentieri pietrosi paurosamente a strapiombo nel vuoto.

L'inizio della salita al rifugio; sullo sfondo, dietro agli alberi, si intravede lo Sciliar

Avendolo sperimentato in prima persona, quello che vi consiglio di fare io per ridurre almeno in parte i tempi di percorrenza è raggiungere in macchina la località Compaccio, stazione a monte della cabinovia dell'Alpe di Siusi, posteggiare la vostra auto nello spazioso parcheggio Spitzbühl (completamente gratuito, ma accessibile ai veicoli solo prima delle 9.00 di mattina: dopo quest'orario infatti, la strada che conduce all'altopiano viene chiusa al traffico privato, per essere riaperta alle 17.00) ed incamminarvi lungo la stradina in salita posta alle spalle della seggiovia omonima senza perdere di vista le indicazioni per la Baita Saltner (segnavia 5).

La prima parte del percorso si svolge così, lungo una ripida stradina asfaltata con vista
sullo Sciliar e sulle punte Santner (2.414 m) ed Euringer (2.394 m)

A circondarci lungo questo primo tratto di strada sono prati verdissimi punteggiati da graziose baite di legno, utilizzate dai pastori come ricoveri durante la stagione estiva, mentre a stagliarsi in lontananza, ricoperti da un soffice manto di neve, sono i dolci declivi del Monte Bullaccia, leggendario luogo di ritrovo delle malefiche "Streghe dello Sciliar", che proprio quassù erano solite darsi appuntamento per lanciare i loro incantesimi o celebrare cruenti sacrifici e misteriosi rituali.

A circondarci lungo questo primo tratto di strada, sono prati verdissimi punteggiati da graziose
baite di legno

Percorse poche centinaia di metri, però, il paesaggio muta all'improvviso, lasciando spazio ad un incredibile anfiteatro naturale incastonato tra eleganti cime innevate, silenziosi sentieri di montagna e sterminate distese erbose animate qua e là da piccoli gruppi di mucche al pascolo. Ci troviamo nel cuore dell'Alpe di Siusi, zona di tutela paesaggistica tra le più incontaminate e belle d'Europa, e la natura qui è talmente perfetta, armoniosa, potente, da lasciare letteralmente a bocca aperta.

Addentrandosi nel cuore dell'Alpe di Siusi, tra cime innevate (si distinguono sullo sfondo i
celeberrimi Denti di Terrarossa) e panorami a perdita d'occhio

Pensare che l'obbiettivo della nostra escursione si trovi lassù, in cima ad una delle montagne più fotografate dell'Alto Adige, e che ci aspettino ancora diverse ore di cammino prima di poterlo ammirare dal vivo, fa sicuramente un certo effetto, anche se a guardarlo da questa prospettiva lo Sciliar appare davvero vicinissimo!

L'obbiettivo della nostra escursione, ovvero la cima dello Sciliar

Superata una serie di lievi saliscendi, allietati da vedute impagabili sulle enormi moli di Sassopiatto e Sassolungo, giungiamo così in breve alla prima tappa del nostro percorso, ovvero l'accogliente Baita Saltner (da non confondere con l'omonima e poco distante Saltner Schwaige, situata in località Saltria), bellissima costruzione in legno immersa in un verde che più verde non si può, gestita con amore e grande passione dalla famiglia Karbon.

Arrivo alla Baita Saltner (1.850 metri s.l.m.)... non domandatemi cosa stesse facendo il tizio
al centro della foto perché non lo so e non lo voglio sapere! 😂

Qualche minuto di riposo nel piazzale antistante la baita e ci rimettiamo quindi in marcia, seguendo questa volta le indicazioni per il cosiddetto "Sentiero dei turisti" (Turistensteig), itinerario ben tracciato e molto frequentato in tutte le stagioni che, costeggiando per un breve tratto il corso del Rio Freddo e risalendo a zig-zag il fianco della montagna, ci condurrà in circa un paio d'ore di cammino sino alla meta finale della nostra escursione, ovvero il famigerato Rifugio Bolzano.

Magnifico ponte sul Rio Freddo subito dopo la Baita Saltner

Man mano che si sale, con una pendenza discreta ma costante, i paesaggi intorno a noi si fanno sempre più meravigliosi, regalando scorci mozzafiato sia sull'Alpe di Siusi, che si stende placida ai nostri piedi, sia sui caratteristici Denti di Terrarossa, che con le loro vette aguzze si stagliano contro l'azzurro del cielo mattutino.

Man mano che si sale, i paesaggi intorno a noi si fanno sempre più meravigliosi

Per agevolare la salita anche agli escursionisti meno allenati, in diversi punti del sentiero sono stati ricavati dei comodi gradini di roccia, utili a superare i tratti più impervi e scivolosi soprattutto in caso di ghiaccio, fango o neve fresca.

Per agevolare la salita, in diversi punti del sentiero sono stati ricavati dei gradini di roccia

Manca ormai poco meno di un'ora alla cima, come ci annunciano l'inconfondibile crinale dello Sciliar, che fa capolino al di là di fitte distese di pini mughi, ed il progressivo abbassarsi della temperatura, sempre più vicina alle zero nonostante un sole accecante illumini la giornata.

Fitte distese di pini mughi ci accompagnano durante la scalata alla vetta

Affrontato l'ultimo ripido tratto ghiaioso e raggiunto finalmente il pianoro dove sorge il rifugio, ad accoglierci è uno spettacolo indescrivibile a parole, un vero e proprio tripudio di rocce, pascoli innevati e dirupi reso ancor più suggestivo dalla maestosa presenza del Catinaccio, ammirabile in tutto il suo frastagliato splendore da qualsiasi punto di questo privilegiato balcone panoramico.

Sua Maestà il Catinaccio

Ancora pochi passi lungo un'agevole mulattiera in falsopiano ed ecco comparire, perfettamente mimetizzata con l'ambiente circostante, la grigia sagoma del Rifugio Bolzano, costruito e inaugurato nel lontano 1885 per volontà dell'alpinista Johann Santner - primo uomo a scalare, in solitaria e a piedi nudi, i 2.414 metri della vicina Punta Santner - e perciò considerato uno dei più antichi delle Dolomiti.

Arrivo al Rifugio Bolzano!

Arroccato in cima allo Sciliar quasi fosse una dimora fortificata d'altri tempi, lo Schlernhaus si presentava, all'epoca della sua costruzione, in maniera molto diversa da come lo vediamo noi oggi: il corpo principale della struttura era infatti costituito da un piccolo fabbricato in pietra, destinato ad ospitare esclusivamente escursionisti o scalatori di passaggio, accanto al quale sorgeva una sorta di ricovero per animali da soma, portantini e guide, per una capienza complessiva di circa 50 persone.

Il Rifugio Bolzano così come si presentava nel 1894 (© www.schlernhaus.it)

A conferire all'edificio l'aspetto attuale contribuì, negli anni successivi, non soltanto l'aggiunta di due ampie ali laterali, all'interno delle quali furono ricavati ambienti di vario utilizzo, ma pure l'annessione della cosiddetta "Casa Masoner", costruita nel 1896 da un albergatore di Fiè allo Sciliar con l'intento (andato poi a vuoto) di fare concorrenza al vicino Santnerhanshütte ma ceduta alla Sezione CAI di Bolzano già a partire dal 1903. Chiuso in seguito allo scoppio del primo conflitto mondiale, dal 1976 il rifugio è gestito dalla famiglia Gasser, che ha saputo trasformare un luogo decisamente impervio ed isolato (basti pensare che gli stessi approvvigionamenti di cibo avvengono tramite teleferica o elicottero) in un accogliente punto di ritrovo per appassionati di montagna provenienti da tutta Europa.

Relax in cima allo Sciliar; sulla sinistra, separata dal corpo centrale del rifugio, s'intravede
la cosiddetta "Casa Masoner"

Lasciandoci alle spalle il rifugio e risalendo il lieve pendio indicato dal segnavia 4, è possibile raggiungere in neppure venti minuti di cammino la detritica cima del Monte Pez, che con i suoi 2.563 metri di quota si è guadagnato il titolo di punto più alto di tutto il massiccio dello Sciliar. Proseguendo lungo una magnifica terrazza erbosa e spingendosi sino ai margini dell'altopiano, imperdibile è infine una sosta sulla sommità del Monte Castello, frequentata a quanto pare già in epoca preistorica e interessante soprattutto per lo stupefacente colpo d'occhio offerto sulle torri Santner ed Euringer e sul pittoresco abitato di Siusi.
Attraversati per l'ultima volta paesaggi degni di una spedizione in Antartide, non rimane quindi che percorrere a ritroso il sentiero dell'andata, per ritrovarci in circa 3 ore là dove la nostra escursione aveva avuto inizio.

Paesaggi degni di una spedizione in Antartide nel cuore del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio

INFORMAZIONI TECNICHE:

Punto di partenza: Parcheggio Spitzbühl (P1) a Compaccio.
Punto d'arrivo: Rifugio Bolzano (aperto da inizio giugno a metà ottobre, con possibilità di pernottamento e mezza pensione; durante l'inverno, a disposizione degli escursionisti c'è un piccolo bivacco situato alle spalle dell'edificio).
Segnavia: 5 fino alla Baita Saltner, 1 fino al rifugio, 4 fino al Monte Castello.
Tempi di percorrenza: 3 ore e 30 all'andata, 3 ore al ritorno.
Lunghezza totale del percorso: circa 18 km.
Dislivello complessivo: 1.474 metri (737 in salita e 737 in discesa).
Difficoltà: nessuna in particolare, esclusa la salita abbastanza faticosa.
Escursione effettuata nel mese di: settembre 2017.

11 commenti:

  1. mi definisco un ammalato di Dolomiti ma non amo molto l'alto adige preferisco le dolomiti venete e quelle trentine e la Catena del Lagorai anche se le montagne sono tutte belle, qualche anno fa ero partito da trento con amici, per raggiungere il Rifugio Bolzano e abbiamo sbagliato sentiero che non è segnato con i classici cartelli bianchi della SAT/CAI ma alla fine ci siamo arrivati, se ti va di visitare il mio blog su word press e lasciare un segno del tuo passaggio sarà gradito... Sal
    https://salvatorestringari.com/2008/09/25/alpe-di-siusi-monte-pez/

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    1. Buongiorno Salvatore! :-) Io non ho avuto particolari problemi con la segnaletica, anzi, l'ho trovata piuttosto chiara... probabile che molti cartelli siano stati aggiunti dopo il 2008? :-) In compenso il costo del parcheggio è letteralmente lievitato, magari si pagassero ancora 12€ (ecco perché ho adottato il tuo stesso escamotage, ovvero lasciare la macchina nel primo parcheggio, quello gratuito, che si incontra salendo da Siusi)!
      Ma sai che dopo tanti anni di Alto Adige, anche a me sta venendo voglia di "buttarmi" sulle Dolomiti Bellunesi? Ho già iniziato a dare un'occhiata a itinerari e località, e penso che per la prossima estate organizzerò qualcosa proprio da quelle parti... se hai qualche in consiglio da darmi in merito, non conoscendo per nulla la zona, mi farebbe molto piacere! Puoi scrivermi sia qui che sulla pagina Facebook :-) Grazie ancora per essere passato da queste parti e vado a dare una sbirciata al tuo sito... Buona giornata! ;-)

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    2. Buon giorno Giorgia sul mio blog trovi delle descrizioni sulle Dolomiti Bellunesi altre ne sto aggiungendo nei prossimi giorni (se hai dubbi o se ti servono suggerimenti contattami) https://www.facebook.com/salvatore.stringari.sal
      Buona giornata e buona montagna

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    3. Grazie mille Salvatore! :-) Al momento sono in alto mare, nel senso che non essendo mai stata in Veneto non saprei proprio da dove iniziare: ci sono troppi posti magnifici tra cui scegliere! Nel caso mi venissero in mente delle domande specifiche, però, non esiterò a scriverti... fa sempre piacere scambiarsi consigli con altri appassionati di montagna! Buona serata e alla prossima chiacchierata :-)

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  2. Ciao Giorgia, io sono amante del Alto Adige...e questa escursione ho fatto anche io...a differenza del Trentino sono più aperti con il Turismo...e si mangia molto bene..e sanno trattare l'ambiente con più spirito..

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    1. In effetti hai ragione, in Alto Adige sono super organizzati dal punto di vista dell'accoglienza, conoscono le grosse potenzialità del loro territorio e fanno di tutto per valorizzarle e sfruttarle al meglio... anche se penso che in quanto a bellezze della natura il Trentino non abbia proprio nulla da invidiargli! :-)

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    2. Giorgia , su questo hai ragione...

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    3. Lo so! ;-) E penso tu possa confermare, abitando in un luogo magnifico come la Valle di Ledro! Buona giornata Roberto :-)

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    4. Ciao Giorgia, esatto..e io almeno una volta all'anno ci vado...scoprendo posti nuovi...con un bacio dal Trentino.

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  3. L'Alpe di Siusi è davvero una bellissima zona: io l'ho visitata quando ero più piccola ma ho dei bellissimi ricordi. Che c'è da dire su questo bellissimo Panorama?

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    1. Anche a me è piaciuta moltissimo, peccato solo non aver avuto abbastanza tempo per esplorarla come si deve! :-)

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