lunedì 16 maggio 2016

IL SANTUARIO DI SAN ROMEDIO E LA LEGGENDA DELL'ORSO CHE SI FECE ADDOMESTICARE

Considerato uno tra gli edifici di culto più caratteristici di tutta Europa, un po' per la sua posizione a strapiombo, un po' per la mescolanza di stili architettonici che lo contraddistingue, il Santuario di San Romedio non è la classica chiesetta che ci si aspetterebbe di trovare in un paese di montagna: è una gemma preziosa incastonata tra rocce asprissime, un incredibile scrigno di storia, arte e spiritualità custodito con amore da una piccola comunità di frati francescani, un luogo di pace e di meditazione visitato ogni anno da centinaia di migliaia di fedeli.
E voi, ci siete mai stati? Se la vostra risposta è no, seguitemi... vi ci porto io! 🐻

Benvenuti al Santuario di San Romedio! (© Flickr)

"C'è un gioiello laggiù, da tempo incastonato fra le rocce e gli abeti.
Una bianca luce alita dalle vecchie pareti che il cielo avvolge di sé.
L'antica venerazione trasuda all'intorno, 
nutrita dai silenzi dei secoli e delle pietre."
(Michele Pàvel)

Composto da ben cinque chiesette appollaiate l'una sull'altra e costruite in un arco temporale che va dall'anno Mille al 1918 circa, il Santuario di San Romedio sorge in cima ad un ripido sperone roccioso ed è intitolato alla singolare figura di Romedio di Thaur, erede di una ricca famiglia bavarese vissuto a cavallo tra IV e V secolo d.C. che, in seguito ad un pellegrinaggio a Roma, decise di donare tutti i suoi averi alla Chiesa e ritirarsi in eremitaggio, assieme ai due compagni Abramo e Davide, in una sperduta e solitaria grotta nel cuore dell'Alta Val di Non.

Due raffigurazioni di San Romedio e l'orso

Ci sono pervenute diverse leggende su San Romedio, ma una delle più conosciute, cui è ispirata la stragrande maggioranza delle raffigurazioni del santo, è sicuramente quella riguardante l'incontro tra il vecchio eremita ed un orso.
Si narra infatti che, sentendo avvicinarsi l'ora della sua morte, Romedio decise un giorno di recarsi a Trento per ricevere la benedizione di Vigilio, vescovo della città; inviò così i suoi discepoli a preparargli il cavallo, ma quando questi giunsero sul posto si trovarono di fronte un orso intento a divorare la povera bestia legata ai margini del bosco. Per nulla turbato dalla scena, anzi, piuttosto infastidito per aver perso il suo unico mezzo di trasporto, Romedio ordinò quindi all'enorme plantigrado di accucciarsi e di lasciarsi sellare, e questo, sorprendentemente, indossò la bardatura del cavallo morto e si mise in viaggio verso Trento con in groppa l'eremita. A ricordo di tale episodio, un grande recinto adiacente all'ingresso del santuario ospita oggi un orso in carne e ossa, arrivato qui nel 2013 dal centro visite del Parco Nazionale d'Abruzzo, Lazio e Molise e diventato subito la mascotte del luogo.

Curiosa fontana con testa di orso

Esistono tantissimi modi per raggiungere il Santuario di San Romedio:
- a piedi, dalle località di Sanzeno, Tavon, Coredo e Don;
- in macchina, ma solo da Sanzeno e solo in determinate fasce orarie;
- approfittando del comodo servizio di bus navetta che, durante i mesi estivi, conduce dal Ristorante Al Mulino di Sanzeno fino al parcheggio dell'eremo (corse ogni 20 minuti dalle 9.30 alle 18.30, biglietti a/r in vendita a bordo al costo di 2 €).

Il sentiero che da Sanzeno conduce al santuario (© www.visitvaldinon.it)

Avendolo provato in prima persona, posso dirvi che uno dei tracciati più suggestivi per raggiungere il santuario è sicuramente quello con partenza dal modernissimo Museo Retico di Sanzeno, edificio realizzato nel 2003 su progetto dell'architetto Sergio Giovanazzi al cui interno sono custodite interessanti testimonianze archeologiche del popolo dei Reti e dei Romani, di fronte al quale sono ben visibili una passerella in legno ed una freccia indicante la direzione da seguire per imboccare il Sentiero delle Forre di San Romedio.

Il punto di partenza del percorso: il Museo Retico di Sanzeno

Lungo appena 3,5 km e percorribile in poco meno di 1 ora di cammino, il percorso ha inizio tra ordinati campi di meli in fiore, per terminare, dopo un breve tratto nel bosco, in prossimità della parete rocciosa del canyon di San Romedio; da questo punto in poi, la passeggiata continua sfruttando il vecchio canale irriguo realizzato nel 1863 (consiglio per i più alti: occhio alla testa!), recentemente messo in sicurezza grazie ad una massiccia staccionata in legno dalla quale affacciarsi e godere di un panorama mozzafiato sulla valle sottostante.

Un tratto un po' bassino del Sentiero delle Forre

Superato questo spettacolare tratto aereo, l'itinerario s'immette nuovamente nel bosco, fino a ricongiungersi con la strada asfaltata che da Sanzeno conduce al parcheggio dell'eremo. Da qui, una ripida scalinata in porfido accompagna i visitatori alla piazzola antistante il santuario, regalando man mano che si sale scorci sull'edificio sempre più suggestivi.

Dall'alto in senso orario: la scalinata in porfido per il santuario, uno scorcio dell'edificio, il cortile
interno visto da due diverse angolazioni (© www.tr3ntino.it)

Quando l'ho visitato io, parliamo dunque del lontano 2013, il santuario era soltanto parzialmente accessibile per via di alcuni importanti lavori di ristrutturazione concentrati nella zona della chiesa più alta (quella, cioè, ospitante le reliquie del Santo). Ciò non mi ha comunque impedito di addentrarmi nel suo caratteristico cortile, di perdermi tra le fotografie, i dipinti su tela, i ricami, le statuette e gli altri ex-voto lasciati qui nel corso dei secoli dai pellegrini devoti al santo eremita, né di risalire i 130 scalini che conducono allo splendido balconcino con vista sul torrente Verdes e sul Rio Freddo.

Il balconcino affacciato sul torrente Verdes e sul Rio Freddo

Terminata la visita al santuario, imperdibile è una toccata e fuga ai pittoreschi laghetti di Coredo e Tavon, bacini artificiali costruiti nel 1958 a scopo irriguo molto frequentati sia dagli escursionisti che dai pescatori locali, raggiungibili in 30-40 minuti di camminata seguendo il sentiero in lieve salita che dalla piazzetta antistante l'edificio s'inoltra nel bosco. Una breve sosta nell'area verde attrezzata circostante le sponde lacustri e basta ripercorrere a ritroso il sentiero dell'andata per ritornare al santuario e, da qui, al punto di partenza del nostro percorso (il Museo Retico).

Scorci del sentiero per il lago di Tavon

INFORMAZIONI PRATICHE:

Il Museo Retico si trova a Sanzeno (TN) in località Casalini; è aperto durante i mesi estivi (dal 20 giugno al 20 settembre) dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00, mentre durante il resto dell'anno (dal 1 marzo al 19 giugno e dal 21 settembre al 30 novembre) soltanto il sabato, la domenica e i giorni festivi dalle 14.00 alle 18.00 (mesi di chiusura: gennaio, febbraio, dicembre). Il biglietto d'ingresso costa 3.50 € (ridotto 2.50 €, gratuito fino ai 14 anni). Per maggiori informazioni su mostre temporanee, laboratori didattici o altre attività, chiamate il numero 0461/434125, oppure scrivete a uff.beniarcheologici@provincia.tn.it.

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Il Santuario di San Romedio si trova a Coredo (TN); è aperto da ottobre ad aprile dalle 9.00 alle 17.00, da maggio a giugno e nel mese di settembre dalle 8.30 alle 18.00 e da luglio ad agosto dalle 8.00 alle 19.00. L'ingresso è gratuito. Per maggiori informazioni riguardo orari delle messe e visite guidate chiamate i numeri 0463/536198 (Santuario) e 0463/830133 (Azienda per Il Turismo Val di Non), oppure scrivete a info@visitvaldinon.it.

2 commenti:

  1. A Sen Zeno è da secoli che non vado: devo proprio rimediare perché è davvero un bellissimo posto!

    Katia

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